sabato 7 gennaio 2012

La Legione Garibaldina Fronte Occidentale 1914-1915 Prima parte


A La Chalade, un piccolo villaggio nella foresta delle Argonne, c’è un monumento dedicato ai garibaldini italiani, sulla lastra di pietra si può leggere:
"OPTATUM FOEDUS AMORIS
Bruno e Costante Garibaldi con cinquecento legionari caddero su questa terra di Francia e furono l'eroica avanguardia dell'Italia di Vittorio Veneto"
[Lo storico francese Pierre Milza in "In La Légion des volontaires  italiens das l'armèe française. une antichambre du fascisme?", un saggio dedicato ai garibaldini italiani in Francia nel 1914-15 riporta alcuni dati tratti dagli archivi militari francesi di Vincennes. "…les garibaldiens participent entre le 26 dècembre et le 9 janvier à trois attaques frontales contre les lignes ennemies. On dénombrera au total 93 tueés dont 14 officiers et deux des cinque fils de Ricciotti Garibaldi engagés dans la légion, Bruno et Costante, l'un et l’autre cités à l'ordre de l'armée- 136 disparus et 337 blessés, soit 556 volontaires mis hors de combat: le quart de l'effectif combattant." da Les italiens en France de 1914 à 1940, a cura di Pierre Milza, Collection de l'Ecole française de Rome, Roma 1994. pag. 148.]
Una grande ala d’aquila in bronzo in stile fascista sovrasta la dedica ai caduti.
Il monumento, eretto dall'Associazione Nazionale dei Volontari di Guerra, venne inaugurato nel 1933. Ai lati della lapide i volti di Bruno e Costante Garibaldi, nipoti di Giuseppe, caduti nei combattimenti del Natale 1914.
Foresta delle Argonne, La Chalade, monumento ai caduti della Legione Garibaldina, foto S.V.






Accanto al monumento un prato erboso digradante con al centro una targa, ormai corrosa dalla ruggine, ricorda che qui c'era l'antico cimitero dei caduti italiani e tutto è immerso nel silenzio.
Foresta delle Argonne, La Chalade, targa che ricorda l’antico cimitero dei garibaldini, foto S.V.



Rare vetture attraversano questi luoghi dove, quasi cento anni fa, si combatterono sanguinose battaglie della Prima Guerra Mondiale e morirono più di due milioni di uomini, tra questi gli italiani della Legione Garibaldina.
Foresta delle Argonne, cratere di mina, foto S.V.



Nell’estate autunno del 1914 l’opinione pubblica italiana, i partiti e i movimenti si dividono e le posizioni cambiano anche nel giro di un giorno, avvengono conversioni clamorose e passaggi di campo. L’Italia deve fare la guerra per diventare forte come le grandi potenze d’Europa, dominare l’Adriatico ed estendere la sua influenza in tutta la penisola balcanica oppure accontentarsi di un ruolo più modesto, contribuire alla sconfitta degli Imperi Centrali e in questo modo completare l’unità nazionale? E intanto la diplomazia italiana tesse una tela che, fra mille ambiguità, nel maggio del 1915 porterà il Regno d’Italia a dichiarare guerra solo all’Impero Austroungarico e non alla Germania. L’Italia sarà sì alleata dell’Intesa, ma senza darlo troppo ad intendere e la parola d’ordine della liberazione delle terre irredente si accompagnerà alla diffidenza per le motivazioni democratiche di chi vuole la sconfitta della Germania guglielmina.
[Per una maggior comprensione di questo periodo complesso è fondamentale la lettura di L’Italia di fronte alla Prima Guerra Mondiale, Vol I, L’Italia neutrale, di Brunello Vigezzi, Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 1965.] 
Gli interventisti riempiono le piazze e urlano di volere la guerra per liberare Trento e Trieste, i giovani guardano agli esempi del passato e Garibaldi è l'eroe che solo cinquant'anni prima ha combattuto per la libertà dei due mondi.
Ripercorrere la storia della Legione Garibaldina in Francia vuol dire immergersi in un mondo ben diverso da quello in cui viviamo, ma che con i tempi più recenti della nostra storia nazionale ha in comune ciò che oggi viene definito il protagonismo di una generazione.

Sur le vif N° 22, un gruppo di legionari garibaldini


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