mercoledì 22 maggio 2013

Cartoline e fotografie del paesaggio di guerra. La distruzione del patrimonio artistico



Nel corso della Prima guerra mondiale alcune città europee vennero bombardate dal cielo e dalle potenti artiglierie di nuovo tipo introdotte nel conflitto. Londra, Parigi ed altre città, tra cui Venezia, subirono incursioni aeree che colpirono edifici e provocarono molte vittime; città di provincia e di dimensioni più modeste si trovarono esposte ai bombardamenti che avvenivano sulla linea del fronte, è il caso di Arras e soprattutto di Ypres che venne completamente distrutta.
L'arma aerea tra il 1914 e il 1918 compì progressi che la imposero come determinante nella guerra totale e industriale. Negli ultimi mesi di guerra, 1918, gli alleati dell'Intesa e gli americani erano divenuti padroni del cielo, gli italiani si spingevano in territorio austroungarico. Se nella prima guerra mondiale l'uso  ancora limitato dell'aviazione portò a risultati importanti, nella seconda fu invece determinante per la vittoria contro il nazifascismo. Un altro effetto che già venne sperimentato nel corso della grande guerra, fu l'uso terroristico dell'arma aerea contro le popolazioni civili al fine di fiaccare il morale delle nazioni avversarie. I dirigibili Zeppelin furono il simbolo di questa guerra che portava la morte dal cielo senza distinzione. Aviazione e artiglierie potenti generarono, insieme ai tanti, anche un altro timore: la distruzione di un patrimonio artistico e culturale che si era sedimentato nei tanti secoli di storia europea. In fase storica in cui avvenne una sorta di nazionalizzazione della cultura e dell'arte, non era soltanto la distruzione di importanti opere d'arte che creava inquietudine e dolore, ma anche la consapevolezza che l'unità sovranazionale rappresentata dalla cultura comune europea andava in frantumi. Di questo furono consapevoli alcuni intellettuali che condussero la battaglia pacifista in nome di culture e intelligenze che sino ai giorni precedenti l'inizio della guerra si erano incontrate e discutevano insieme, primo fra tutti fu lo scrittore e musicologo, premio nobel nel 1915, Romain Rolland. Per le nazioni dell'Intesa, la distruzione di monumenti ed edifici religiosi e civili si tradusse in immagini utilizzate per dimostrare la barbarie del nemico tedesco. Va ricordato che la Germania, tra il 1914 e il 1918, fu toccata solo marginalmente dalle incursioni aeree sulle città, cosa che si verificò in modo devastante nella seconda guerra mondiale. Qui presentiamo alcune immagini la cui pubblicazione era finalizzata a diversi obbiettivi: dimostrare la barbarie tedesca, giustificare la necessità da parte dei tedeschi di distruggere alcuni antichi edifici religiosi, rivendicare, a guerra finita, le riparazioni per i tanti monumenti carichi di storia e significato culturale, distrutti.

Cartolina pubblicata dopo la fine della guerra, l'ntico Hotel de la ville di Ypres ridotto in rovina


Una fotografia e un disegno pubblicati sulla rivista tedesca Der grosse krieg in bildern (Album della Grande Guerra) nel 1914 e tendete a dimostrare la necessità di abbattere i campanili delle torri della biblioteca di Lovanio su cui i belgi avevano piazzato delle mitragliatrici.

Stereoscopia di ignota pubblicazione: le rovine dell'abbazia di Longpont (nei pressi di Soissons) distrutta nel 1918


Le Miroir, 14 novembre 1915, la distruzione degli affreschi del Tiepolo nella chiesa di Santa Maria degli Scalzi di Venezia da parte dell'aviazione austriaca
La didascalia così commentava l'avvenimento:
"Gelosi dei loro alleati tedeschi che distrussero Lovanio e incendiarono la cattedrale di Reims, gli austriaci sono riusciti a distruggere una delle più belle opere d'arte di Venezia. Uno dei loro aviatori ha lanciato una bomba sulla chiesa di Santa Maria degli Scalzi polverizzando la volta della navata centrale dov'era dipinto il famoso affresco del Tiepolo rappresentante "Il trasporto delle santa casa", nel servizio l'affresco e ciò che resta della volta dopo l'esplosione".
La volta di Santa Maria degli Scalzi sfondata dall'esplosione


L'affresco di Gianbattista Tiepolo in Santa Maria degli Scalzi


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