domenica 6 ottobre 2013

I cento anni della Grande Guerra


Soldati francesi sotto il fuoco di sbarramento a Verdun. Le Miroir 17 settembre 1916
[Le immagini di questo post si riferiscono tutte all'anno 1916. In quell'anno si svolsero le più cruente battaglie della Prima Guerra Mondiale e i soldati pensarono che il massacro potesse continuare all'infinito]

Si avvicinano le celebrazioni dei centesimo anniversario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale.
In realtà, a partire dal  prossimo anno i centenari saranno molti e tutti importanti: l'assassinio di dell'erede al trono dell'Impero austroungarico Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia a Sarajevo, l'agosto del 1914, la battaglia della Marna, l'inizio della guerra di trincea, l'entrata in guerra della Turchia, i gas asfissianti davanti a Ypres, l'Italia in guerra, la battaglia di Verdun e quella della Somme, l'intensificarsi della guerra aerea e i bombardamenti sulle città, la mobilitazione industriale senza precedenti con la produzione mai vista di proiettili d'artiglieria e cannoni sempre più potenti, l'impiego dei carri armati. E ancora: le due rivoluzioni in Russia, Caporetto e la riscossa italiana sul Piave, gli americani in Europa, l'ultima offensiva tedesca che in uno sforzo estremo, mette quasi in ginocchio gli alleati dell'Intesa sul Fronte Occidentale e infine, l'estate del 1918. I tedeschi non ce la fanno più e cominciano a ritirarsi per poi chiedere l'armistizio. A Berlino scoppia la rivoluzione. In un'Europa sfinita tre imperi cessano di esistere e nelle popolazioni dei paesi vincitori si diffonde una grande voglia di pace: troppi morti, troppe vedove, troppi orfani. Nelle nazioni che hanno perso la guerra si apre una stagione di convulsioni sociali in cui si affrontano aspirazioni di rinnovamento e spinte conservatrici alimentate da un nazionalismo ancora più virulento di quello che ha provocato la Grande Guerra.
Con la Prima guerra mondiale il ruolo centrale e dominante dell'Europa sul pianeta tramonta e gli effetti di quel crepuscolo si avvertono ancora oggi.
Un soldato della Prima guerra mondiale si riposa in una chiesa distrutta dai bombardamenti. Le Miroir 30 luglio 1916
Gli avvenimenti che abbiamo elencato sommariamente e che hanno una loro logica nel quadro complessivo della guerra, significano più di 10 milioni di morti. Come alla fine della guerra, i morti di allora sorgono dal fango in cui hanno marcito, dai cimiteri improvvisati dietro le prime linee, dalle bare costruite in fretta con quattro assi di legno, e chiedono il perché di tutto questo. La risposta è complessa, gli storici ne discutono da un secolo e, crediamo, ne discuteranno ancora.
Cadavere di soldato tedesco. Le Miroir 6 agosto 1916
La guerra porta con se un elemento nuovo: è vista con pochi giorni di ritardo, a volte qualche settimana, attraverso milioni di fotografie. Chi è rimasto a casa impara ad osservarla in modo nuovo e in qualche modo, a viverla. Quelle fotografie sono un'eredità importante, giunta sino a noi spesso in modo fortuito. Ciò che le fotografie non mostrano non lo sapremo mai, possiamo immaginarlo dalle memorie dei soldati e dei generali, dalle ricostruzioni degli storici. Ma per capire bene ciò che i soldati vissero dovremmo avere a disposizione una macchina del tempo e per un ora ritrovarci rintanati in una trincea di prima linea, sotto un bombardamento d'artiglieria pesante che dura da una settimana. Come avvenne nel 1916, all'inizio della Battaglia della Somme.

Soldati francesi che occupano un cratere aperto da una mina. Le Miroir 2 settembre 1916
Le fotografie pubblicate sulle riviste che continuiamo a proporvi in questo blog spesso mentono, ma a quel tempo quanti europei sapevano  distinguere il vero dal falso osservando una fotografia o assistendo ad una proiezione cinematografica? Per gli editori, l'importante era mostrare l'avvenimento in un modo assolutamente nuovo. Per la propaganda, sostenere che la vittoria era sempre a due passi. La prova evidente erano le fotografie in cui, forse, si potevano riconoscere un marito, un figlio, un fidanzato mentre facevano la guerra.
Postazione d'artiglieria italiana davanti al Carso. Le Miroir 20 agosto 1916
A quel tempo le riviste si potevano già acquistare  a buon mercato e tanta gente, soprattutto nelle città, riusciva a vedere una guerra che di giorno in giorno si rivelava sempre più incomprensibile. Da questa incomprensione derivava un'abitudine e le fotografie servivano anche per convincere, per acquietare le coscienze .
Questo blog sta dando un contributo alla conoscenza delle fotografie diffuse dalle riviste durante la Prima Guerra Mondiale ad un pubblico europeo che s'ingrandiva di giorno in giorno e a quelle realizzate  dai soldati che volevano ricordare i loro compagni e un momento irripetibile dalla loro vita.
Non sappiamo se sia o no un buon risultato, ma al momento della pubblicazione di questo post abbiamo raggiunto la cifra di 42.719 visualizzazioni. Aumentano quando ci sono esami di maturità, fine di quadrimestri, esami di riparazione, interrogazioni, ecc...E' il segno, crediamo, che un pubblico di studenti ci segua. Tante visualizzazioni provengono da angoli della Terra molto lontani dall'Italia.
Gli storici, che sapranno dire meglio di noi cosa fu veramente la Prima Guerra Mondiale, diano veramente conto di quell'immenso massacro che fu il primo ad esser visto con due nuovi strumenti della modernità: la fotografia e il cinema. C'erano anche le cartoline e le illustrazioni pittoriche, ma erano un'altra cosa. Appartenevano al passato e non erano in sintonia con un avvenimento che di giorno in giorno doveva essere aggiornato per far dimenticare l'infinita lunghezza della guerra. Nessuna intenzione da parte nostra di demonizzare la fotografia o il cinema, ma una riflessione critica sul loro impiego: questo è il nostro obbiettivo.

Assalto ripreso da una trincea. Le Miroir 10 settembre 1916
Le fotografie che abbiamo presentato in questo post potrebbero essere non autentiche: fatta eccezione di quella in cui viene mostrato il soldato tedesco ucciso, tutte le altre potrebbero esser state eseguite nelle retrovie del Fronte Occidentale.

Nessun commento:

Posta un commento