venerdì 15 novembre 2013

Lettere dalla Grande Guerra Margherita Del Nero 1915 Seconda Parte

Lettere dalla Prima Guerra Mondiale

Il paese di Veroli nelle lettere 

di 

Margherita Del Nero 

a suo marito al fronte

1915-1918
1915
seconda parte

la solitudine dinnanzi alla macchina della guerra
La morte del figlio risveglia in Margherita l'ansia per la salute di Milena e nelle lettere si avverte anche un senso di colpa per la sorte di Bettino, destinato comunque ad una breve vita a causa  del parto prematuro e per le cure mediche del tutto insufficienti a quel tempo. Inizia a manifestarsi in Margherita la perdita del senso di realtà di fronte ad una guerra percepita, inconsciamente, come una immensa macchina di natura incomprensibile.
 
La Domenica del Corriere, luglio 1915, pubblicità di un porta fortuna da acquistare la momento della partenza dei soldati per il fronte.

Intanto Giuseppe, un uomo dal carattere poco espansivo e di fondo un rinunciatario, non riesce o non può avere licenze. In modo maldestro avvisa Margherita che il suo arrivo sarebbe stato preceduto da una cartolina illustrata. La cartolina arriva, ma lui nel frattempo non ha ottenuto la licenza. Questo fatto getta Margherita nella disperazione: su tutto aleggiano la partenza di nuovi richiamati, tra cui un fratello di Margherita e due di Giuseppe, e le continue scosse di terremoto, unite ad un autunno freddo e piovoso. Come tante italiane,Margherita passa il Natale del 1915  in solitudine.  
Cartolina postale spedita il 28 agosto 1915
28 agosto
Domenica sera ricevetti una tua lettera poi più nulla, proprio ora che avrei più bisogno delle tue care parole per riempire in parte il vuoto che ho nel cuore, ho più di rado la tua corrispondenza che vuol dire comprendo che forse sarai più occupato del solito, ma te lo chiedo per piacere magari un rigo in una cartolina. Se sapessi quanti e quali brutti pensieri mi si aggirano per la mente quando tardano ad arrivarmi le tue dolci parole!…
Lettera inviata il 6 settembre 1915
6 settembre
…Come ti dissi che andavo a passare la festa insieme a mia sorella, non ci sono più stata, son rimasta a casa, perché da quando sei partito tu sono stata sopra a Veroli, 4 sole volte, e da quando ammalò il nostro angioletto non ho messo più piede fuori di casa. La festa cercai di passarla meglio che potei, ma fu festa di poca importanza, già che stette a piove la vigilia e fino alle 10 di ieri e quando rientrò la processione molta gente piangeva e gridavano implorando dalla Vergine presto la pace. Se avessi veduta Milena com'era carina, con le manine gestiva e diceva: madonna mia quando lo fai rivenire papà?!…La sera all'avemaria stavamo già a letto. Milena da angioletta non ce la vestii, perché come ti ripeto non è stata una cosa come gli altri anni. In questa cartolina mi dici che prestissimo mi manderai una lettera dove mi dici quando si fa. Che si fa Peppino mio? Che fosse la pace!… non vedo l'ora di avere quella lettera che spero mi porterà buona nuova. O' saputo che fino al 25 vi hanno messo a trasportare il fieno è vero? Ma tu che non eri abituato a fare questi lavori, come ti ci trovi? State coi pericoli? Dimmi, fa freddo assai? hai indossato ancora gli abiti, ossia la camicia e la maglia che ti mandai?
La Domenica del Corriere, 26 settembre-3 ottobre 1915. Una poesia dedicata alla lana per le maglie dei soldati.
9 settembre
…Oggi appena mi sono alzata ho fatto un pacco contenente il seguente: una maglia, una camicia, un paio di mutande, un paio di guanti e un paio di manichetti; tanto i guanti che i manichetti ti prego di indossarli perché tu soffri di freddo alle mani, speriamo così di evitare i geloni. L'altra roba ti servirà per il cambio. Ora ti preparando ora con le mie mani gli altri indumenti di lana necessari per l'inverno aspetterò che tu mi dice quando ti occorrono, però mi raccomando caldamente, che non aspetti proprio quando senti freddo da non poterne più, perché tu sai che per giungerti tardano un bel po'! Qua pure comincia a farsi sentire il freddo, e mi figuro cosa dovrà essere costì. Perché non cercate il modo acciò i superiori vi facciano venire più in qua. Ora con tutta questa fatica che fai come ti senti? Dimmi la verità…
Da Le Panorama de la guerre, rivista francese, 1915. Alpini e bersaglieri italiani nell'iconografia ufficiale della guerra italiana sulle Alpi.
 19 settembre
...Ieri quando ti scrissi, ti dissi che mandai a chiamare il medico per la nostra cara Milena, ed oggi tralascio qualsiasi cosa per farti sapere notizie, acciocché tu non possa prenderti pensiero alcuno. Dunque, quando venne il dott. Martelli disse che si trattava di una pistema dentro l'orecchio, la trovò con la febbre, e disse pure che questa proveniva dalla pistema che era avanzata… Il dottore mi rassicurò, che ad eccezione di un po' di angustia e pazienza sarebbe stato un nulla, e mi disse di mandarla su alla sua casa l'indomani alle 9. Tu pure, Peppino mio, capirai che il coraggio per simili cose l'ho avuto sempre ben poco ed ora con tante sciagure; ( che non so come Dio mi da tanta forza), mi manca addirittura… Io soffro però, e le mie sofferenze sarebbero allietate se ci fossi tu… Mentre ti scrivo, Milena è seduta accanto a me al sediolone, sta a scarabocchiare a una carta e dice che fa una lettera a papà. Se vedessi quant'è bella, ora non te la figurare più con i capelli biondi, perché ci stanno crescendo castani scuri; di modo che assomiglia di più a te. Appena si sarà ristabilita, (il che sarà tra giorni) il figlio di Sor Augusto Brocchi la vuole fotografare a sola vestita da maschietto. Non può uscire da casa, che chiunque incontra ci fa il saluto alla militare, così vonno fare pure la fotografia… Peppino, sappimi dire qualche cosa di ciò che ti dissi di far la domanda per essere ufficiale. Oggi è venuto a trovarmi Peppino Marrocchi (Catetto) il quale mi dice che ora per avere un posto da impiegato ci sono meno difficoltà, però mi diceva, non v'illudete ora, siamo al principio della guerra;- al sentire simili frasi mi si schianta il cuore.
La Domenica del Corriere, 10-17 ottobre 1915, pubblicità della penna stilografica Waterman's. La prima guerra mondiale si trasformò in un vero e proprio esercizio di scrittura per gli italiani.


Lettera inviata il 22 settembre 1915
22 settembre
…Ieri mattina fui chiamata d'urgenza a casa mia, accompagnai io stessa Milena a scuola e ci andai, supponendo tutto, ma fuorché di aspettare una chiamata alle armi per Vincenzo [fratello di Margherita]. E' stato chiamato urgentemente al comando di Roma, per telegramma al maresciallo, e questa notte è dovuto partire. Tutta ieri mi trattenei in casa di mio fratello fino alle 10 di sera con Milena e Pia [sorella di Giuseppe]. Peppino mio come t'aspetto!...Mi recai dalle monache per dirle che avrei desiderato fare scrivere qualche parola da Milena a te, perché sapevo di arrecarti piacere. Peppino mio, non l'avessi mai fatto…mi dissero che conoscendo loro che la nostra bambina ha un ingegno molto precoce e che si sviluppa acceleratamene è un'imprudenza incomiciarci a far fare delle cose premature. E mi citarono tanti fatti che mi fecero piangere...Poi quello che mi fa specie è che mi dici nella tua lettera che non vuoi metterti le camicie che ti ho mandato per non sciuparle, quanto mi dispiace?!…Dopo tutto sono di cotone, e la tua salute è preziosa, capisci Peppino mio?, perciò non badare a niente, in appresso che se Dio ci da la salute e ci aiuta tutto riacquisteremo con la pace e l'amore. Io ti sto preparando tante cosette per il tuo ritorno, qualunque cosa ti occorre fammelo sapere, e se tu lo sai, incominciando dal 1° ottobre i pacchi possono spedirsi di maggior peso; Concetta mi dice che ha ricevuto una tua cartolina, ti ringrazia della premura che ti prendi e presto ti scriverà…
27 settembre
…Ieri mattina tornò Vincenzo da Roma vestito da sottotenente, sembra il doppio grosso, però è venuto per ventiquattro ore, perciò questa notte è dovuto ripartire...tu mi esorti da uscire, hai ragione e debbo ringraziarti del bel consiglio che mi dai, però mi sento un nodo alla gola quando penso, perché il mio caro Bettino deve essere sottoterra?!…
13 ottobre
Peppino, pare che sia proprio vero che voi tutti verrete a licenza, non solo l’hanno scritto diversi, ma è uscito il decreto: che tutti quelli che si trovano in zona di guerra dal principio hanno diritto al cambio e alla licenza. Io però non vedo l’ora, ogni giorno che passa mi sembra un secolo, vorrei rivederti magari per un’ora, per assicurarmi con i miei occhi che stai bene e per vedere l’impressione che avrà Milena quando ti rivede. Quando mi scrivi fammi sapere se hai bisogno di denaro, prenditi tutti i giorni qualche cosa e la biancheria fattela lavare e paga, hai capito. Purché torni tu con la salute e con l’idea di trovare cose da fare, i soldi se vanno via tutti non importa…
La Domenica del Corriere, 20 dicembre-2 gennaio 1916. Servizio fotografico su ricoveri e trinceramenti dei soldati italiani nella guerra in montagna.
20 ottobre
…Le fascie di lana che tu hai ricevuto sono chiamate anche gambali di lana, ossia fanno l’uso di quelli così mi disse Vincenzo, diceva che lui ci sta molto bene, perché non sente quel freddo come quelli di suola e ti raccomanda di usarli, perché la roba si può pagar più cara, ma sempre che si ha, la vita invece…A Veroli, queste fascie così, le usano anche i borghesi, vanno molto di moda…
22 ottobre
…O’ ricevuto ieri la tua cartolina dove mi dici tutto quello che hai ricevuto nei tre pacchi. Non mi nomini l’asciugamano a spugna e dici che le solette di pelle di coniglio per mettere dentro le scarpe non ci sono. Le misi a quel pacco dove erano le scarpe involtate a un pezzo di carta cenere, vedrai che tu credendo che fosse tutta carta l’avrai buttate. L’asciugamano poi era in quel pacco dove stava pure la camicia; fammi sapere qualche cosa. I gambali di lana li troverai a casa ora li sto a fare. L’altro giorno scrisse Tittuccia a Concetta dicendogli che avesse scritto a Cristino per dirgli se aveva bisogno di indumenti di lana, e che cerca il modo di mandarmi quello che più ci pare. Ci ho mandato pure il tuo indirizzo, perciò se ti scrive e ti dice qualche cosa di ciò, non farmi rimanere bugiarda. Dice Concetta, non ci dobbiamo vergognare di chiedere, perché la roba non è mai troppa ti pare?...
La Domenica del Corriere, 26 settembre-3 ottobre 1915
26 ottobre
…Erano da cinque giorni che da te non ricevevo più notizie e non sapevo darmene ragione, mille erano i pensieri che mi si affaticavano nella mente. Questa mattina però il mio cuore si è tranquillizzato nel ricevere la tua cara lettera del 22 e una cartolina che porta la data del 20. Mi dici di avermi spedito un pacco, ancora non l’ho ricevuto, te ne farò avvisato. Che desiderio che tengo di mandarti qualche cosa da mangiare! Dimmi se il salame t’è uscito buono.
29 ottobre
…Ieri scrisse Vincenzo da Roma dicendo che questa sera torna Lella [moglie di Vincenzo] la quale è stata a passare un po’ di giorni con lui; ma esso non può uscire essendo grandemente occupato l’hanno incaricato di ispezionare i quartieri per vedere quello che manca. Dice nella lettera che Lella porterà un bel cestino a Milena con tutto l’occorrente per la scuola ossia piattino, cucchiaio, forchetta, bicchiere e bottiglia, tutto di alluminio. Ecco la sua direzione, avv. Vincenzo Del Nero, Via Macchiavelli piano 2° presso Papetti. La corrispondenza se la fa andare così perché la sera spesso dorme fuori. Ricordati scrivendogli di chiamarlo compare, perché ci tiene a questa cosa. Ora io vorrei sapere da te: se hai bisogno di mutande di flanella le tengo pronte da tanto tempo, potresti farti venire queste e mi rimanderesti quelle di fustagno. Vorrei sapere pure se ora indossi le calze di …ora ti sto facendo quelle di lana che saranno ancora più grave, così venendo le trovi pronte e ti faccio pure una maglia fatta a ferri di lana pesante. Quello che poi ti raccomando caldamente si è che ti metti quella pettorina che ti mandai e le fascie ai piedi, venendo compreremo le altre, capisci? Non sa poi a pensare di riporre le scatole di carne per qua pensa invece a mangiare tu, e procura la tua salute più che puoi, se vuoi che io stia tranquilla e se vuoi bene alla tua cara Milena. Perché non mi dici a quant’altro tempo vieni? e per quanti giorni? Tiemmi avvisata, mi farai piacere. Oggi ho ricevuto una tua con una bella cartolina illustrata, ti ringrazio…
Cartolina postale spedita il 2 novembre 1915
2 novembre
…Sono le 4 del mattino, tutti sono in chiesa al funerale dei defunti, tranne io e Chiarina [moglie di Nazareno, fratello di Giuseppe] che forzate dobbiamo rimanere in casa in guardia dei bambini che dormono. Ieri qua ha fatto una giornata brutta assai, acqua vento continuamente, alle 3 il vescovo in processione con tutte le confraternite si recava al cimitero per dare la benedizione alla nuova cappella; fu fatto lo stesso, ma privatamente da un prete. Il tempo in questi giorni pare che ci accompagna con la malinconia della ricorrenza. In questa notte non ho dormito affatto, sono agitatissima pel tuo silenzio e mille tristi pensieri mi torturano la mente. Io non desidero delle lunghe lettere voglio solo due  righi per sapere lo stato della tua salute, ho fatto dei brutti sogni e pure mamma, per questo pensa, Peppino mio, come io di natura impressionante soffra ancora di più.
La Domenica del Corriere, 14-21 novembre 1915. Roma, altare della patria, manifestazione in onore dei caduti in guerra. A questa data il numero dei soldati italiani uccisi sta superando quello di tutte le guerre del Risorgimento.
6 novembre
…Ieri sera mi ero già messa a letto quando venne il postino e mi portò una tua cara lettera che porta la data del 3, nessuna mi è giunta così presto come questa. In essa apprendo che tu godi ottima salute, e questo è il mio compiacimento, la sola mi grande consolazione è il sapere che tu stai perfettamente bene, e credo che mi dici la verità. Noi pure godiamo ottima salute, anche mamma e tutti di casa, eccettuata Lella che trovandosi in istato interessante, e lontana dal marito non si sente tanto bene. A Tittuccia ci scriverò domani, ti farò sapere quello che avrò in risposta.
Lettera spedita il 9 novembre 1915
9 novembre
…T’avevo promesso che ieri t’avrei scritto, non mi riuscì un po’ pel tempo cattivo e un po’ per Milena che dovetti tenerla continuamente in braccio perché aveva paura del vento che non si fermò un istante. Tutto adesso si vuol scatastare! Questa notte sembrava il finimondo, costì che tempo fa? Quanti pensieri! che brutta crisi! Domenica 31 ottobre, mi fu detto dalla mamma di Vincenzino che vi dovevano fare le iniezioni, figurati quant’era la mia agitazione, smaniata, aspettai anche il lunedì per avere tue notizie, ma non venne nulla, andai a letto. Dio solo sa come, dopo molto tempo riuscii a prender sonno, ma non fosse mai stato; sognai che tu m’avevi scritto queste parole: Sebbene ferito bisogna che vada al fronte addio, ricordati di me…Mi svegliai di soprassalto, mi pareva vero, mi alzai ma credimi credevo di impazzire, verso le 9 ricevetti una cartolina in franchigia scritta il 28 e una lettera il 30 e difatti in essa mi chiarisci che in realtà non stai tanto bene; spero e t’auguro che non ti sopravvenga la febbre. Ma dimmi, Peppino, perché ora vi fanno le iniezioni? Ma che, vi mandassero in qualche altro posto? perché non mi dici qualche cosa di questo. Un altra cosa vorrei sapere, quando venite a licenza, poi quando ripartite tornate costì dove siete sempre stati? Ah, mio caro Peppino, ormai si è ridotti  a una continua angoscia, mai avrei creduto che la tua permanenza da richiamato fosse stata così lunga e chissà quant’altro tempo ci vorrà. Col clima freddo dove vi trovate, esposti a tutte le intemperie della rigida stagione, privi di tutto il necessario che la vita richiede, figurati quali sono i nostri pensieri, e i vostri strapazzi. Dio solo può aiutarci… Che ne sarebbe di me, della nostra Milena se tu ammalassi?…Tiemmi, te ne prego, sempre al corrente di tutto, specie della tua salute, se non puoi scrivere a lungo mi bastano due soli righi per sapere il tuo stato…
10 novembre
…Milena sono diversi giorni che non si sente bene e ogni sera ha la febbre, ora mentre ti scrivo ce l’ha più alta del solito, e tu adesso puoi immaginare se io mi allarmi. Già dietro consiglio di mamma l’ho purgata e domani se non sta meglio chiamo il dottore per vedere quello che dice e te pure terrò informato. Se vedessi, se la sentissi,…Milena discorre come una femmina vecchia, è il suo modo di discorrere che più m’allarma. Mamma non vuole che te lo faccio sapere, ma tu pure capisci, e il più interessato per me e per la nostra creatura sei tu, come faccio a tenerti celate certe cose?!…Speriamo che sia cosa da niente, e che domani stesso posso scriverti che la nostra Milena sta bene…
La Domenica del Corriere, 8-15 agosto 1915: bambini e cannoni, bambini e generali nella pubblicità di una pubblicazione del Corriere dei piccoli
14 novembre
Avrai forse già letto sui giornali della chiamata del 96 e dei riformati del 92,93, e 94  la partenza loro è fissata per il 24 novembre e devono partire anche i tuoi fratelli Gigi e Vincenzino e sono ambedue in uno stato di avvilimento…
16 novembre
…Non puoi credere come sia brutto il tempo qua, piove continuamente giorno e notte senza mai fermarsi e se tu sapessi quanti sono i prognostici e i pregiudizi che si fanno dalla gente, specie poi dall’ignoranti. C’è chi dice che deve venire un terremoto più forte di quello del gennaio scorso, ed ora a trovarsi sole, senza uomini è peggior timore. A causa delle forti e continue piogge non si può sementare ed il grano e gli altri generi aumentano ogni girono più. Io però penso sì, a questa crisi brutta per tutti, ma penso più di tutti a te e alla tua salute che spero si manterrà sempre florida e ottima. Questa sola è la mia somma consolazione, e mi sembrava di essere una donna differente dalle altre quando tenevo il caro Bettino, che non potrò mai dimenticare; e quando mi sembra di essere più tranquilla  e contenta, il ricordo di quel caro angioletto, subito mi mette in uno stato di profonda malinconia.
La Domenica del Corriere, 31 ottobre-7 novembre 1915. Operaie in una fabbrica di munizioni
22 novembre
…Saranno due ore che son partiti alla volta di Frosinone Gigi e Vincenzino per fare il servizio militare; questa mattina erano in gran numero, ma pochi erano contenti… Milena venerdì sera è tornata dalla scuola lagnandosi che si sentiva male, le monache mi fecero dire che a scuola aveva vomitato due volte, e la sera appena messa a letto ci detti a bere un po’ di caffè, ma appena dato, incominciò a vomitare e così fece tutta la notte. La mattina ho fatto chiamare il medico per sapere da che dipende quest’affare che si verifica così spesso alla nostra creatura. Mi ha ordinato prima una medicina da darle a goccie ogni volta terminato da mangiare e poi m’ha detto di provare a non farci mangiare per un po’ di giorni la minestra che danno ai figli dei richiamati. Mi diceva il Medico: Dopo che il comitato di Roma ci passa una somma che non ci bastasse a farci il brodo, almeno potrebbero farci una minestrina col burro, invece ci fanno certa pastaccia acida condita coll’olio che a molte di queste creature si è verificato il fatto di Milena…
1 dicembre
…Qui fa un freddo da lupi e piove continuamente, mi figuro ciò che sarà da te; riguardati più che puoi e salva la tua salute, il mio grande pensiero è per te che sei così lontano ed esposto a tutte le intemperie della rigida stagione. Questa notte alle 2 e mezza è avvenuta una scossa di terremoto in senso sussultorio abbastanza forte, e senza dirlo si sono tutti alzati. Quest’anno piovono i castighi, chissà che fine faremo?... Il cuore mi sussulta e mi batte più forte quando penso che da un momento all’altro posso avere notizia che tu sei in arrivo. Non so neanche più che devo fare giacchè la mia mente è sempre impegnata con questi pensieri… Gigi parte venerdì per Ascoli, e Vincenzino sabato ma non si sa per dove. Una cosa poi ti dico e facci la prova, giacchè tutti mi hanno consigliato di fartelo sapere, è questa: la mattina prima di uscire involtati i piedi con un pezzo di giornale e poi ficcati le scarpe, dicono che i piedi si mantengono caldi tutto il giorno… Oggi ho scritto a Roma per avvisare che è prossima la tua licenza così ti faranno avere un posto lì, ne sei contento?...
La Domenica del Corriere. Illustrazione di Achille Beltrame sul terremoto che aveva colpito l'Italia centrale alla fine di gennaio 1915. I terremotati ricevono doni da nobili e persone abbienti.
6 dicembre
…Ti parlai l’altro giorno del terremoto, che fatto curioso è? il piccolo (giornale) di ieri sera riportava un articolo impressionante assai, diceva: che le scosse si sentiranno sempre e si intensificheranno sempre più, fino all’avvicinarsi del giorno fatale in cui compisce un anno da che si è intesa quella più forte. Poi è un fatto curioso, il giorno non si sente, e se fa sono tanto piccole che non tutti l’avvertono la notte poi è più forte. Ora c’è chi dice che dopo il 13 gennaio doveva avvenire un’altra forte per assestamento e ammettono fosse stata quella dell’altra notte. Il bello è quello che ti dico ora, la sera susseguente all’altra notte che già ti ho scritto, mentre eravamo tutti in cucina a discorrere, s’intese un rombo, tutti suggestionati, specie poi tuo fratello Nazareno che è il più pauroso, uscimmo da casa. Andammo giù da Di Rosa dove stavamo l’anno scorso, era occupato, seguitammo a camminare, era scuro con una nebbia fitta che non ci lasciava vedere. Arrivati a quella casa nuova di Achille ci fermammo e li passammo la notte eravamo 8 persone su un pagliericcio, a casa secondo il solito ci rimase solo la maestra…[di questa persona che abitava in casa Mizzoni non è possibile fornire informazioni] Gigi partì diretto per Ascoli, è partito tutt'altro che contento, ma d'altra parte come fare? A Vincenzino ci dissero a Frosinone che la risposta di partenza per lui ancora non era arrivata, però Vincenzino sarebbe contento se lo mettessero in cavalleria come hanno detto, se poi lo mettono in fanteria ci dispiace. la direzione di Gigi non posso dartela perché ancora non ci ha scritto, mi disse che ci pensava lui a farti avere sue notizie…
La Domenica del Corriere, 12-19 dicembre 1915. L'immagine del soldato nella guerra sulle Alpi in un'illustrazione di Achille Beltrame
10 dicembre
…Vincenzino ancora è a casa, non si sa preciso il giorno che ha la chiamata. Non potrai mai immaginare quale sia la mia gioia quando ho letto che ormai le licenze sono sicurissime; e con quanta ansietà aspetto e bramo il giorno del tuo arrivo. Sono quasi sette mesi che ti son lontana e mi sembrano sette anni; ma ora mi sono più noiosi e più lunghi questi giorni che aspetto per rivederti. Anche la grande consolazione che avrò io sarà ottimamente bene e contento; sebbene come possono esser contenti due cuori che si amano e che forzati devono vivere lontani?! Questa notte alle tre secondo l'uso degli altri anni sono suonate le campane, perché oggi è la madonna di Loreto. Mi son trovata sveglia mi son messa in ginocchio ed ho pregato di cuore, acciò la vergine santa s'intrometta e far si che presto si facci una pace duratura giacchè questo è il più gran voto e il desiderio di ogni cuore umano… Vorrei chiederti un favore e sarebbe questo: sempre se puoi, se ti fermi in qualche città dovresti comprare un paio di stivalettini per Milena, ce ne ho fatto fare un bel paio, già le ha rotte; ne consuma una quantità. Oggi stesso vado da Franchi e faccio scrivere al consigliere provinciale, è lui che mi ha promesso se fossi venuto a licenza ti aspetta a Roma per presentarti a un suo collega. Io ci spero molto, vedremo…
13 dicembre
…L'altro giorno ho ricevuto una tua lettera in data 6 corrente. In essa ho constatato l’impressione che ha fatto a te e a tutti i paesani la notizia del terremoto. Noi pure siamo tutti impauriti, però da quella notte che fece forte, si sono intese delle scosse tanto leggere che non tutti l’hanno avvertito. Dopo quanto mi dici ora è più che sicuro che vieni e presto, ed io da parte mia altro non desidero e bramo di rivederti in florida salute. Ora, conto i giorni non solo ma i minuti e ogni ora mi sembra un secolo. Dopo il 16 ogni sera vado ad aspettare l’automobile che torna alle 8 per lo più i militari che vengono quasi tutti di sera. Di Vincenzino ancora nulla novità…
La Domenica del Corriere, 20 dicembre 1915-2 gennaio 1916
20 dicembre
…Dopo la tua cartolina in cui mi dicevi che salvo complicazioni il 16 mattina alle 6 e mezzo saresti partito alla volta di Veroli, non t’ho più scritto perché in verità credevo di poterti riabbracciare da un momento all’altro. Ad ogni posta che arriva siamo in molte ad aspettare giù a S. Croce, ma rimaniamo sempre disilluse. Figurati che venerdì a sera avevo preparato a cena, credevo proprio che arrivassi e tutti di casa eravamo ad aspettarti. Sabato a mezzogiorno poi preparai il pranzo apparecchiai con Milena e le tue sorelle venimmo ad aspettare e fu lo stesso; e fino a nuovo ordine tutte le sere andrò ad aspettarti. Credimi, mi sembrano più lunghi questi giorni che sono di ansia febbrile che tutti questi mesi che siamo stati divisi. Venerdì sera venne sul municipio la chiamata di Vincenzino con l’ordine di partire l’indomani. Ieri scappò da Frosinone, arrivò a casa all’una e dovette ripartire alla stessa ora perché aveva già avuto il foglio di partenza per Ascoli al 17° fanteria, insomma insieme con Gigi. Vincenzino credeva di trovare te e voleva salutarti, ecco perché venne. A mamma il sussidio non ce l’hanno voluto accordare perché dicono che non ci ha diritto perché dovrebbe aver passati i 60 anni… I militari in licenza arrivano tutti i giorni ma nessuno ha avuto più di dieci giorni di licenza. Per esempio l’altra sera è tornato a Veroli Toto Lauroni congedato in tutto, e sta grosso e grasso che sembra un porco nel vero senso della parola. Ah! Fosse pure per te una fortuna tale…Io sto girando e facendo molte pratiche per farti rimanere a Roma; auguriamoci di riuscirci, almeno ti leveresti un po’ in mezzo a questo ghiaccio…
Lettera spedita il 26 dicembre 1915
26 dicembre
La sera del 23 verso le sette pom. venne il postino e mi portò una tua illustrata da Auronzo(?)…siccome mi avevi detto più di una volta che il segnale di un tuo arrivo sarebbe stata una cartolina illustrata; puoi immaginare ciò che successe, in un lampo preparai la cena tremando un po' dall'emozione e dalla felicità che tra poco t'avrei riveduto,  e siccome che la cartolina portava la data del 19 dicevo tra me, è sicuro che arriva stasera. Fu tutta delusione: la mattina che era il 24 mi alzai di notte per comprare del pesce e dicevo stasera faremo Natale insieme con Peppino. Feci vedere la tua cartolina a Gigino Pasqualitti che è a licenza e mi feci ancora più persuasa, dicendomi che al massimo la sera arrivavi. Comprai due belle spigole, per farle a lesso con salsa, due capitoni che feci arrosto allo spiedo, e tre polpi in umido per i spaghetti. Spesi £ 6 di pesce, senza il resto…La sera era tutto pronto e si aspettava la tua presenza, ero tutta contenta, e mi pareva di esser felice però un'inquietudine mi turbava, quando in realtà verso le sette invece di veder te vidi arrivarmi una tua lettera che faceva ricredere tutto il mio sogno…Fu come se mi fosse dato un accidenti, non potetti assaggiare niente e il giorno di Natale l'ho passato a letto, tanto mi si erano mossi i nervi che non potevo reggermi in piedi. Tu nella tua lettera mi parli ancora della decantata cartolina illustrata, però non so come non comprendi che tu mettendoti in viaggio, e proprio in quel momento impostando una illustrata arrivi certo prima tu che essa; perciò perché farmi stare così agitata e farmi spendere inutilmente del denaro?! in questa crisi Peppino bisogna badare anche al centesimo. Oggi sono in casa di Concetta dove si trova anche Tittuccia e Vincenzo, i quali mi consigliano che a  farti venire a Roma sarebbe uno sbaglio, mentre ora ti trovi in un posto dove sei più al sicuro di loro...Cristino è passato sottotenente e dentro il mese di gennaio viene con il vestito e con questo grado… Ti dico poi e ti raccomando di nuovo di avvisarmi del tuo arrivo e se con te viene Fischiagrilli di dirgli che non smonti a S. Croce ma bensì a San Martino, perché Maria la sua ragazza è molto in pensiero per questo, il resto poi lo spiegheremo a voce quando sarete costì… Di a Fischiagrilli che è tornato a licenza uno dei Cristini che è automobilista nell'esercito avrebbe piacere di conoscerlo e farlo entrare nel suo reggimento occupato agli automobili. Riparte il 10 gennaio, perciò cercate di venire…
30 dicembre
…Se tu sapessi ho fatto e sto facendo tuttora un sacco di giri per farti rimanere a Roma, speriamo di riuscirci…

La Domenica del Corriere, 20 dicembre-2 gennaio 1916. L'immagine "ufficiale" dei festeggiamenti per il nuovo anno in un'illustrazione di Achille Beltrame


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